In questo post proverò a sintetizzare, grazie alla mia esperienza di psicologo-psicoterapeuta, le principali paure o dubbi che le persone hanno quando pensano di chiedere un sostegno psicologico. Ho costruito delle possibili domande e ho provato a suggerire una mia personale risposta. Sono risposte che non hanno l’ambizione di essere delle linea guida per tutti, però sono frutto delle mie riflessioni che spero possano essere utili almeno a chiarire alcune idee.
1. Ho difficoltà a chiedere aiuto ad uno psicologo perché ho sempre pensato di poter risolvere da sola/o i miei problemi.
Risposta: Decidere di chiedere aiuto non è mai, per nessuno, una scelta facile. Spesso la prima sensazione è quella di non essere riusciti da soli a risolvere un problema, ci si sente deboli e privi di risorse personali. A queste persone io rispondo che chiedere aiuto è un atto di FORZA e non di debolezza. Gli esseri umani sono, fin dal concepimento, esseri relazionali, noi tutti abbiamo bisogno degli altri sia quando vogliamo condividere una gioia, sia quando sentiamo di dover condividere un dolore. Se la nostra rete di relazioni non può aiutarci allora chiedere aiuto ad un esperto è un modo concreto per uscire da un problema che ci affligge. Pensare di poter risolvere da soli un problema in questi casi non fa che allungare i tempi della sofferenza, ecco perché penso che chiedere aiuto è per me sempre il modo più efficace per prendersi cura di sé.
2. Ho difficoltà a chiedere aiuto ad uno psicologo perché penso che le persone che si rivolgono allo psicologo/psicoterapeuta hanno problemi molto gravi.
Risposta: L’idea che solo le persone gravemente disturbate si rivolgono allo psicologo è, purtroppo, un’idea antica ma ancora oggi presente in gran parte della società, soprattutto nei piccoli centri dove si ha anche la paura di essere etichettati come “problematici”. È una idea antica perché un tempo in effetti la psicologia non c’era (così come la conosciamo adesso), esisteva il medico psichiatra che curava principalmente con gli psicofarmaci. Oggi la psicologia è presente in gran parte del territorio ed ha lo scopo principale diPROMUOVERE BENESSERE e CAMBIAMENTO. Le persone che si rivolgono oggi allo psicologo sono nella grande maggioranza dei casi persone che hanno problemi relazionali (a volte legati a sintomi specifici come ad esempio: ansia, attacchi di panico, dipendenza, disturbi dell’umore, ecc.) e non disturbi gravi del pensiero.
3. Ho difficoltà a chiedere aiuto ad uno psicologo perché ho paura di non trovare la persona giusta capace di potermi aiutare.
Risposta: Investire tempo, denaro e fiducia è un gesto di grande responsabilità che spesso porta con sé notevoli dubbi. La scelta della persona a cui porre la propria richiesta di aiuto è molto importante. Lo è ancora di più oggi perché molto più spesso le persone cercano i professionisti (di tutte le discipline) su Internet. Nella psicologia, forse maggiormente rispetto alle altre professioni, non conta solo la preparazione, la competenza e l’abilità dello psicoterapeuta, conta molto anche la sua personalità, la sua sensibilità, la sua capacità empatica e, soprattutto, il rispetto con il quale accoglie la persona in difficoltà. È molto importante, prima di fissare un appuntamento, documentarsi sul professionista, verificare se è iscritto all’Albo degli Psicologi, se è anche psicoterapeuta, la sua formazione, le sue pubblicazioni ecc. Io personalmente sono sempre molto disponibile ad una consulenza telefonica che permetta alla persona di conoscermi e avere da me tutte le informazioni preliminari all’avvio di un primo colloquio. Se la persona si sente accolta già dal contatto telefonico può decidere di chiedere un primo colloquio nel quale avrà la possibilità di conoscermi meglio e capire se vuole proseguire nei successivi colloqui.
4. La psicoterapia è costosa! Non sono sicura/o di potermela permettere.
Risposta: Forse un tempo era così, devo dire che anche i media hanno contribuito molto a diffondere l’idea dello psicologo incompetente e “mangia soldi”. Oggi, grazie anche alla grande diffusione sul territorio di psicologi – psicoterapeuti, il mercato si è molto ridimensionato, avviare un percorso terapeutico è di gran lunga più accessibile di prima. Io personalmente ho, da sempre, impostato il mio onorario su una logica di CONTRATTAZIONE, ovvero se dopo i tre colloqui preliminari (sui colloqui preliminari veda anche risposta n. 7) decidiamo di proseguire con un percorso psicoterapeutico, io stabilisco il prezzo delle singole sedute con la persona tenendo SEMPRE presenti le sue reali possibilità economiche. La somma contrattata deve essere un giusto compromesso tra le richieste del professionista e quelle della persona, ecco perché ho utilizzato la parola “contrattazione”, nel senso vero e profondo del termine, ovvero scambio, confronto e non rigidità di una scelta predefinita.
5. La psicoterapia dura molto tempo.
Risposta: anche questa è una falsa credenza, la psicoterapia dura il tempo giusto per far stare meglio una persona in difficoltà. Certamente esistono diversi approcci terapeutici e quindi diversi modi di pensare a cosa significa benessere. Personalmente ritengo che un buon lavoro psicoterapeutico deve coinvolgere l’intera persona e non solo il sintomo che si avverte maggiormente, anche se so bene che quest’ultimo è quello che spinge le persone a chiedere aiuto. Questo significa che è realmente impossibile risolvere un problema in pochi incontri. Ma non c’è un tempo predefinito, e, soprattutto, non è necessariamente un tempo lungo.
6. La psicoterapia rischia di rendermi dipendente dallo psicologo/psicoterapeuta.
Risposta: ASSOLUTAMENTE NO; è il principio di base di ogni psicoterapia: sempre e comunque il professionista lavora per favorire un’indipendenza, favorire la realizzazione personale, sociale e professionale, lavora per far l’emergere e valorizzare tutte le risorse (spesso inibite), contribuendo al suo benessere. Tutto questo quindi non può favorire la dipendenza.
7. Quando vado dallo psicologo-psicoterapeuta iniziamo subito la psicoterapia?
Risposta: Anche in questo caso la risposta è No. Prima di avviare un percorso psicoterapeutico io (come molti altri colleghi) propongo tre colloquio preliminari di conoscenza. È possibile che in alcuni casi questi possano bastare per orientare una persona, senza dover necessariamente iniziare un percorso psicoterapeutico, oppure si comprende che la persona non ha necessità di una psicoterapia ma di altro, in alcuni casi invece si decide di proseguire in un percorso più lungo. In sintesi: vale sempre la regola che non possiamo iniziare un percorso senza prima avere chiaro se e dove si vuole andare, ecco perché servono i colloqui preliminari.