Il gesto di Ettore: Padre e Guerriero

In occasione del 19 Marzo festa del papà ho scritto un nuovo post per Espresso/Repubblica Blog, dedicato all’eroe dell’Iliade: Ettore. “Nell’immancabile lotta tra i sostenitori di Achille e quelli di Ettore, io ho scelto con chi schierarmi.”  

Fonte: http://goo.gl/VStw42

Sappiamo, da sempre, che i due eroi principali descritti da Omero sono Achille per quanto riguarda l’Iliade e Ulisse per l’Odissea.

C’è però un terzo eroe che ritroviamo sulla scena del grande assedio alla città di Troia, ovvero: Ettore. Luigi Zoja (psicoanalista Junghiano), in un libro straordinario intitolato appunto “Il gesto di Ettore” lo descrive come l’eroe più intimo, modesto, privo di quella hybris (arroganza) tipica sia di Achille che di Ulisse. Ettore è contemporaneamente: Guerriero e Padre. Lui non combatte per la gloria personale, per essere ricordato nei secoli come il più valoroso dei guerrieri, combatte per difendere la sua gente dall’assedio, è un eroe che vive costantemente in relazione agli altri, agli affetti.

Ma qual è il gesto che lo consegna alla storia come un padre degno di essere pienamente imitato nei secoli futuri? Per capirlo dobbiamo fare un passo indietro. Ettore, come sappiamo, uccide Patroclo che si era travestito da Achille. Achille decide di riprendere la battaglia dopo che si era ritirato perché adirato con Agamennone, deciso soprattutto a vendicare il suo amato compagno. Ettore sa molto bene che Achille è il più valoroso dei achei, è un semidio, quasi invincibile (quasi perché sappiamo che ha una parte vulnerabile del suo corpo, il tallone). Ettore è consapevole che affrontando Achille morirà, eppure non si ritira, nonostante le preghiere delle donne che cercano di dissuaderlo. Prima fra tutte la moglie Andromaca che lo accosta piangendo e, prendendogli la mano, dice: “Infelice, proprio il tuo valore ti ucciderà. Non hai pietà del piccolo ancora in fasce, né di me, che sarò vedova tra poco, quando gli achei tutti insieme, ti assaliranno […] Ettore tu sei per me sposo e insieme padre, madre, fratello. Non fare un figlio orfano, me vedova.”

Il conflitto di Ettore è tra essere padre e marito vicino ai suoi affetti oppure scendere nella battaglia, morire e rischiare di consegnare per sempre Troia agli achei. Ma egli non ha alcun dubbio, i  suo principi e la sua etica lo spingono verso quello che deve essere, verso i suoi valori di combattente.

E infatti risponde ad Andromaca: “Lo so. So tutto questo. Ma avrei troppa vergogna dei troiani e delle troiane se non fossi in battaglia. Da sempre ho imparato a essere forte.” […]

“Dette queste parole, Ettore tende le braccia al figlio che si spaventa perché il padre ha l’armatura e l’elmo sovrastato da un’imponente chioma. A questo punto madre e padre sorridono. Ettore si sfila l’elmo, lo pone a terra e può abbracciare il figlio […] Formulando un augurio per il futuro, alza il figlio in alto con le braccia e con il pensiero. Continua Zoia: questo gesto sarà per tutti i tempi il marchio del padre. Ettore prega per il bambino, sfidando le leggi dell’epica in suo favore.” Ma qual è questa sfida, rivoluzionaria, di Ettore padre? La vera rivoluzione sta nell’augurio che pronuncia a favore del figlio: “Zeus e voi altri dei, rendete forte questo mio figlio. E che un giorno, vedendolo tornare dal campo di battaglia, qualcuno dica: È molto più forte del padre“.

Ettore è un padre che sfida la tradizione classica ma, a mio avviso, anche moderna, che vorrebbe il padre in competizione con il figlio, timoroso che il figlio lo superi nel tempo, un padre preso da se stesso, direi troppo spaventato dall’altro, figli compresi. Che vuole bene ai figli ma sempre all’interno di una strada ben segnata che lo vuole dominante. “Ma Ettore – prosegue Zoia – prega gli dei perché accordino proprio il contrario: che suo figlio diventi più forte di lui. Oggi non è facile immaginare un padre altrettanto generoso. Le interpretazioni prevalenti vedono nei rapporti padre-figlio una costante presenza d’invidia e di gelosia.”

Nel giorno della festa del papà il gesto di Ettore ci dà una speranza nuova, per noi tutti e per le generazioni future…

Le citazioni dell’Iliade sono tratte dal testo di Luigi Zoja (2000) Il gesto di Ettore. Bollati Boringhieri.

Emozioni: nei momenti di crisi esistenziale a farci rinascere è la tristezza

Qualche giorno fa ho rilasciato un’intervista per l’Agenzia Dire sulla funzione delle emozioni e sul ruolo della tristezza nei momenti di crisi e/o di passaggio della nostra vista.

Quale emozione e’ legata alle fasi di rinascita? “La tristezza– conferma Stagnitta- a livello biologico questa emozione rallenta il corpo, abbassa l’intensità e l’eccitazione. In un momento di disagio/lutto/separazione la prima reazione impulsiva che assale la persona è l’agire; non pensare, provando, spesso, solo un forte sentimento di rabbia. La tristezza, invece, ci aiuta a fermarci un attimo, a stare maggiormente in contatto con ciò che stiamo vivendo e magari ci permette di chiedere efficacemente aiuto agli altri. I momenti di crisi possono essere fonte di grande creatività, bisogna però lasciarsi pervadere dai vissuti anche negativi, senza farsi intrappolare da essi- conclude- e così provare l’esperienza simbolica, a volte anche molto reale, di rinascere”.

Leggi tutta l’intervistahttp://www.dire.it/newsletter/psicologia/anno/2016/marzo/22/?news=01

“Reactions” i nuovi pulsanti di Facebook che esprimono le emozioni

Mark Zuckerberg, a proposito dell’introduzione delle nuove Emoticons, in un suo post su Facebook, ha dichiarato che: “non sempre le persone vogliono condividere qualcosa di felice. A volte si vuole condividere qualcosa di triste o frustrante. La comunità Facebook ha chiesto più volte un pulsante “non mi piace” non tanto per esprimere antipatia verso i post degli amici, ma perché vuole esprimere empatia e farlo con una gamma più ampia di emozioni.”

Ecco come sono nati i nuovi “stati” che vengono chiamati Reactions, ovvero reazioni.”

Penso che la scelta di non inserire un “non mi piace” sia stata giusta. Immagino che il motivo prioritario sia legato al fatto che molti esperti di marketing ritengono che tale icona sui social avrebbe potuto inibire gli utenti, inducendoli a ridurre la pubblicazione di contenuti e renderli quindi meno attivi sui social.

Personalmente credo che a parte questa forma di timore, effettivamente realistica, il rischio era quello di polarizzare i sentimenti. Dopo aver letto un post saremmo stati costretti a due sole alternative (se non volevamo inserire un nostro commentare): buono o cattivo. Così invece ci sono diverse reazione che corrispondono, approssimativamente, alle emozioni primarie, che vorrei ricordare sono 7 (almeno per diversi autori). Più avanti vi dirò quali sono state escluse…

Nella prima parte del post vorrei descrivere i singoli pulsanti, immaginando quale potrebbe essere il loro reale utilizzo (l’uso più comune che si potrebbe fare di essi) alla luce anche delle relative emozioni che esprimono.

Nella seconda parte aggiungerò, invece, quello che considero un rischio nell’introduzione di questi nuovi “stati”, rischio importante al quale, a mio avviso, bisognerebbe fare molta attenzione. 

Leggi l’articolo intero suhttp://goo.gl/iDegCu

Il caso Rosboch e il dramma delle donne raggirate

Vi segnalo questa intervista che ho rilasciato per il Giornale Leggo, in relazione al terribile omicidio della professoressa Gloria Rosboch, del quale è accusato il suo ex allievo Gabriele De Filippi.

“Qualche anno fa mi è arrivata una richiesta di una donna di 48 anni, single, che aveva una relazione con un uomo sposato e con due figli. Mi racconta che, dopo poche settimane di frequentazione, durante una serata romantica passata insieme, piangendo le dice che è disperato, vuole lasciare la moglie però adesso non può perché non ha soldi. Ha un progetto in mente, quello di aprire un negozio di abbigliamento, ma non ha i soldi per avviare l’attività. Inizia quindi a chiedere dei soldi alla mia paziente, con la promessa di separarsi dalla moglie appena le sue finanze miglioreranno. E così, quasi settimanalmente, le chiede soldi per il suo nuovo progetto. Il “gioco”, la truffa, aveva sempre lo stesso schema: “se mi dai i soldi ci vediamo, facciamo l’amore e proseguiamo il progetto di vita comune, se non me li dai non possiamo vederci più, perché non c’è futuro tra di noi…”. Di fronte a questa minaccia e alla paura della mia paziente di rimanere sola, magari dopo aver sborsato tanti soldi, lei cedeva e gliene dava altri e così è arrivata, in circa 6 mesi, a dargli circa 50 mila euro».”

Leggi l’interna intervistahttp://www.leggo.it/news/italia/rosboch_donne_raggirate_psicologo-1602185.html

Le nuove funzioni “materne” di Facebook

A chi non è capitato, almeno una volta nella vita, di essere svegliati dalla cara mamma che ci ricordava che era il compleanno della zia, del cugino, l’onomastico del nonno o di qualche altra persona importante e che sarebbe stato molto educato telefonare per gli auguri. Sono altrettanto certo che vi sia capitato che durante una festa a casa vostra, la mamma, con la scusa delle candeline, sia entrata e ne abbia approfittato per far vedere a tutti il fantastico libro delle tue foto da bambino, alcune delle quali vi ritraevano seduti in salotto sul vasino di nonna papera…

È sempre la mamma che ci ricordava gli appuntamenti importanti, ci consigliava gli amici da frequentare, ci chiedeva in continuazione come stavamo e a cosa stavamo pensando…

Poi finalmente siamo cresciuti, certi che tutto questo lo avremmo lasciato alle nostre spalle, fino a quando una bella mattina di primavera ci svegliamo, ben riposati, e mentre sorseggiamo il primo caffè caldo della giornata, apriamo Facebook e …

Leggi l’articolo intero: http://emozioni.blogautore.espresso.repubblica.it/2016/02/21/e-se-facebook-diventasse-la-tua-nuova-mamma/