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Conversazione con uno psicologo

Blog personale del dott. Sergio Stagnitta, psicologo psicoterapeuta – Roma

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Tag: psicologo

Pubblicato il 25 Aprile 201625 Aprile 2016

11 stereotipi sulla figura dello psicologo

Vi segnalo due post, o meglio un post grande diviso in prima e seconda parte, dedicato agli stereotipi che molte persone ancora alimentano sulla figura dello psicologo/psicoterapeuta. Il primo post è dedicato agli stereotipi sulla psicologia e lo psicologo, il secondo sulla psicoterapia e lo psicoterapeuta. Entrambi sono pubblicati nel sito dell’Ordine Psicologi Lazio.

11 Stereotipi sulla figura dello psicologo – parte prima

“Paziente: Perché risponde sempre alle mie domande con una domanda?”.
Psicoanalista: “Perché mi fa questa domanda?”

Non se ne esce…! Ancora nel 2016 la psicologia è vissuta da molti come un territorio oscuro, impenetrabile, pieno di preconcetti e idee parecchio confuse. Qualche tempo fa, per curiosità, ho fatto una ricerca in rete utilizzando questa frase: “A cosa serve esattamente lo psicologo?” Cercando, naturalmente, non tra i siti degli psicologi, ma tra le opinioni della gente comune, attraverso gruppi, forum ecc. Prosegui nell’area blog del sito: http://goo.gl/wNYHxf

 

11 Stereotipi sulla figura dello psicologo – parte seconda

Nella prima parte del post ho inserito i 5 stereotipi che, a mio avvivo, definiscono in modo errato la professione di psicologo. In questa seconda parte provo ad entrare nel delicato mondo della psicoterapia, anch’essa, purtroppo, piena di stereotipi. Io ne ho individuati 6 ma la lista potrebbe essere molto più lunga, prosegui su: http://goo.gl/dtS6T4

Pubblicato il 29 Novembre 201322 Gennaio 2015

Chiedere aiuto allo psicologo

In questo post proverò a sintetizzare, grazie alla mia esperienza di psicologo-psicoterapeuta, le principali paure o dubbi che le persone hanno quando pensano di chiedere un sostegno psicologico. Ho costruito delle possibili domande e ho provato a suggerire una mia personale risposta. Sono risposte che non hanno l’ambizione di essere delle linea guida per tutti, però sono frutto delle mie riflessioni che spero possano essere utili almeno a chiarire alcune idee.

1. Ho difficoltà a chiedere aiuto ad uno psicologo perché ho sempre pensato di poter risolvere da sola/o i miei problemi.

Risposta: Decidere di chiedere aiuto non è mai, per nessuno, una scelta facile. Spesso la prima sensazione è quella di non essere riusciti da soli a risolvere un problema, ci si sente deboli e privi di risorse personali. A queste persone io rispondo che chiedere aiuto è un atto di FORZA e non di debolezza. Gli esseri umani sono, fin dal concepimento, esseri relazionali, noi tutti abbiamo bisogno degli altri sia quando vogliamo condividere una gioia, sia quando sentiamo di dover condividere un dolore. Se la nostra rete di relazioni non può aiutarci allora chiedere aiuto ad un esperto è un modo concreto per uscire da un problema che ci affligge. Pensare di poter risolvere da soli un problema in questi casi non fa che allungare i tempi della sofferenza, ecco perché penso che chiedere aiuto è per me sempre il modo più efficace per prendersi cura di sé.

2. Ho difficoltà a chiedere aiuto ad uno psicologo perché penso che le persone che si rivolgono allo psicologo/psicoterapeuta hanno problemi molto gravi.

Risposta: L’idea che solo le persone gravemente disturbate si rivolgono allo psicologo è, purtroppo, un’idea antica ma ancora oggi presente in gran parte della società, soprattutto nei piccoli centri dove si ha anche la paura di essere etichettati come “problematici”. È una idea antica perché un tempo in effetti la psicologia non c’era (così come la conosciamo adesso), esisteva il medico psichiatra che curava principalmente con gli psicofarmaci. Oggi la psicologia è presente in gran parte del territorio ed ha lo scopo principale diPROMUOVERE BENESSERE e CAMBIAMENTO. Le persone che si rivolgono oggi allo psicologo sono nella grande maggioranza dei casi persone che hanno problemi relazionali (a volte legati a sintomi specifici come ad esempio: ansia, attacchi di panico, dipendenza, disturbi dell’umore, ecc.) e non disturbi gravi del pensiero. 

3. Ho difficoltà a chiedere aiuto ad uno psicologo perché ho paura di non trovare la persona giusta capace di potermi aiutare.

Risposta: Investire tempo, denaro e fiducia è un gesto di grande responsabilità che spesso porta con sé notevoli dubbi. La scelta della persona a cui porre la propria richiesta di aiuto è molto importante. Lo è ancora di più oggi perché molto più spesso le persone cercano i professionisti (di tutte le discipline) su Internet. Nella psicologia, forse maggiormente rispetto alle altre professioni, non conta solo la preparazione, la competenza e l’abilità dello psicoterapeuta, conta molto anche la sua personalità, la sua sensibilità, la sua capacità empatica e, soprattutto, il rispetto con il quale accoglie la persona in difficoltà. È molto importante, prima di fissare un appuntamento, documentarsi sul professionista, verificare se è iscritto all’Albo degli Psicologi, se è anche psicoterapeuta, la sua formazione, le sue pubblicazioni ecc. Io personalmente sono sempre molto disponibile ad una consulenza telefonica che permetta alla persona di conoscermi e avere da me tutte le informazioni preliminari all’avvio di un primo colloquio. Se la persona si sente accolta già dal contatto telefonico può decidere di chiedere un primo colloquio nel quale avrà la possibilità di conoscermi meglio e capire se vuole proseguire nei successivi colloqui.

4. La psicoterapia è costosa! Non sono sicura/o di potermela permettere.

Risposta: Forse un tempo era così, devo dire che anche i media hanno contribuito molto a diffondere l’idea dello psicologo incompetente e “mangia soldi”. Oggi, grazie anche alla grande diffusione sul territorio di psicologi – psicoterapeuti, il mercato si è molto ridimensionato, avviare un percorso terapeutico è di gran lunga più accessibile di prima. Io personalmente ho, da sempre, impostato il mio onorario su una logica di CONTRATTAZIONE, ovvero se dopo i tre colloqui preliminari (sui colloqui preliminari veda anche risposta n. 7) decidiamo di proseguire con un percorso psicoterapeutico, io stabilisco il prezzo delle singole sedute con la persona tenendo SEMPRE presenti le sue reali possibilità economiche. La somma contrattata deve essere un giusto compromesso tra le richieste del professionista e quelle della persona, ecco perché ho utilizzato la parola “contrattazione”, nel senso vero e profondo del termine, ovvero scambio, confronto e non rigidità di una scelta predefinita.

5. La psicoterapia dura molto tempo.

Risposta: anche questa è una falsa credenza, la psicoterapia dura il tempo giusto per far stare meglio una persona in difficoltà. Certamente esistono diversi approcci terapeutici e quindi diversi modi di pensare a cosa significa benessere. Personalmente ritengo che un buon lavoro psicoterapeutico deve coinvolgere l’intera persona e non solo il sintomo che si avverte maggiormente, anche se so bene che quest’ultimo è quello che spinge le persone a chiedere aiuto. Questo significa che è realmente impossibile risolvere un problema in pochi incontri. Ma non c’è un tempo predefinito, e, soprattutto, non è necessariamente un tempo lungo.

6. La psicoterapia rischia di rendermi dipendente dallo psicologo/psicoterapeuta.

Risposta: ASSOLUTAMENTE NO; è il principio di base di ogni psicoterapia: sempre e comunque il professionista lavora per favorire un’indipendenza, favorire la realizzazione personale, sociale e professionale, lavora per far l’emergere e valorizzare tutte le risorse (spesso inibite), contribuendo al suo benessere. Tutto questo quindi non può favorire la dipendenza.

7. Quando vado dallo psicologo-psicoterapeuta iniziamo subito la psicoterapia?

Risposta: Anche in questo caso la risposta è No. Prima di avviare un percorso psicoterapeutico io (come molti altri colleghi) propongo tre colloquio preliminari di conoscenza. È possibile che in alcuni casi questi possano bastare per orientare una persona, senza dover necessariamente iniziare un percorso psicoterapeutico, oppure si comprende che la persona non ha necessità di una psicoterapia ma di altro, in alcuni casi invece si decide di proseguire in un percorso più lungo. In sintesi: vale sempre la regola che non possiamo iniziare un percorso senza prima avere chiaro se e dove si vuole andare, ecco perché servono i colloqui preliminari.

Pubblicato il 3 Giugno 201323 Gennaio 2015

In-Treatment – Lo psicologo al cinema

In treatment e l’immagine sociale dello Psicologo

Questionario sulla serie televisiva “In treatment”

Come molti di voi sicuramente sanno, in queste ultimi mesi è stata trasmessa su Sky Cinema la versione italiana della famosa serie americana “In Treatment”. La serie è incentrata sulla figura dello psicoterapeuta Giovanni Mari, interpretato da Sergio Castellitto, e le sue settimanali sedute con i suoi pazienti. È un remake della serie televisiva statunitense della HBO, a sua volta liberamente ispirata al format israeliano BeTipul.

Per la prima volta viene proposta una fiction che segue interamente lo schema di un percorso psicoterapeutico.

Ritengo che sia molto importante prestare attenzione a tutti gli eventi (film, fiction, trasmissioni televisive, articoli di giornale, eventi di cronaca ecc.) in cui è presente la figura dello psicologo o psicoterapeuta. Questo perché tali eventi influenzano l’opinione pubblica circa il senso della nostra professione creando fantasie, aspettative, opinioni su cosa fa concretamente lo psicologo e sull’efficacia del suo intervento professionale.

Uno dei maggior problemi che ha da sempre la nostra professione è quello di far capire, pienamente, l’efficacia del nostro intervento professionale sia in ambito clinico sia in ambito formativo e/o aziendale. Il secondo problema, e questo riguarda l’ambito clinico, è la credenza, ancora troppo radicata, che andare dallo psicologo vuol dire essere “matti” con la conseguenza che molte persone desistono anche se sentono di averne bisogno, oppure ci vanno ma con la paura di essere scoperti da familiari, amici o colleghi sentendosi in obbligo di giustificare la loro scelta.

Per questo motivo tutti gli eventi pubblici – televisivi, giornalistici o telematici – possono modificare enormemente queste credenze, anche se non sempre in senso positivo.

Ad esempio il cinema si è molto occupato della nostra professione proponendo, fin dalle sue origini, moltissimi film in cui è presente lo psicologo/psicoterapeuta (a volte lo psichiatra, soprattutto fino agli anni 60’).

Partendo da tali premesse, e vista l’importanza di questa serie televisiva, mi sono chiesto: quale ricaduta può avere nella nostra società una fiction interamente centrata sulla figura dello psicologo/psicoterapeuta?

Per questo motivo volevamo proporvi un breve questionario che ovviamente avrà solo la funzione di indicare una “tendenza”, piuttosto che una “statistica” vera e propria, sull’argomento.

Terminata la fase di compilazione del questionario pubblicheremo i risultati così avremo modo di commentarli alla luce delle nostre risposte, con l’obiettivo di ampliare la riflessione ed eventualmente orientare e suggerire alle nostre istituzioni nuove idee da mettere in campo nell’ambito della promozione della nostra professione (primi fra tutti L’Albo Nazionale e quelli Regionali degli psicologi, ma non solo).

RISULTATI DELL’INDAGINE

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